26 dicembre 2007

Prospettive

Natale 2006, rintanato nella villa di famiglia (non è antica, nemmeno immensa, ma pur sempre villa é) avevo come unica preoccupazione il pranzo di Santo Stefano.
La mia fidanzata aveva preteso (giustamente) una comunione con la sua famiglia intorno a un tavolo di Plesio e siccome non fingo di essere malmostoso, ma lo sono proprio, la digestione del pranzo natalizio aveva richiesto più tempo del solito.
Natale 2007 è iniziato sulle strade verso la Valle d'Intelvi per recuperare mia suocera e accompagnarla da sua figlia a casa mia. L'ultima volta che Mina era salita sulla mia macchina l'avevo sollevata di peso da una sedia a rotelle, attento a non staccare la valvola attraverso cui la nutrivano. Ieri, piano piano, ci è salita da sola ed insieme alle anteprime planetarie sulla salute della Regina Elisabetta che mi ha detto sua parente, durante il tragitto ha infilato anche frasi sensate e risposte azzeccate. Poi, a Casnate, ha mangiato (poco) insieme alla mia famiglia inseguendo un caffé.
La Mina che ieri mi ha regalato un Natale felice soltanto un anno fa mi avrebbe sprofondato nella paura e nella disperazione.
Tempus fugit e nella sua corsa stravolge ogni nostra prospettiva.

24 dicembre 2007

C is for Christmas

Natale a New York è incredibile.
Acquistare doni nella Grande Mela è la missione comune alle formichine brulicanti che se la mangiano e se i puristidella visione più spirituale della festa cristiana certamente storceranno il naso, nessun luogo può regalare più gioie ai consumisti.
Ok, Sonia in acquisti mi ha stracciato e se anche dice che non ha comprato nulla siamo tornati con una valigia in più di doni e cosine di cui non poteva fare a meno per nessuna ragione al mondo.
Mi son tenuto la lettera C per la vigilia soltanto per augurare un Natale sereno ad ognuno di voi. Detto, fatto!

17 dicembre 2007

Preoccupazioni

La Pallacanestro Cantù sta festeggiando Natale e per la prima volta da anni non sarò alla festa con giocatori e tecnici della TiSettanta in qualità di cronista di Espansione TV.
Un invito che in genere apprezzo perché in coda ai discorsi cerimoniali qualche chiacchiera confidenziale e meno formale si riusciva a fare creando affiatamento.
L'augurio a cantù quindi lo faccio da qui dove sono padrone di casa, sperando che la dimenticanza non sia dovuta a qualche preoccupazione di troppo.

B is for Barbados

Barbados, non fatevi ingannare dal nome, non è l'isola della noia.
Tuttaltro. Qui gli indigeni, quasi tutti di origine africana nonostante l'isola sia stata a lungo inglese e faccia tuttora parte del Commonwealth, la chiamano 'Little America'
E' una terra singolare, isolata geograficamente dall'arco delle Antille ed anche culturalmente i giovani Bajan assomigliano più a ragazzi di Portorico o dei ghetti newyorchesi piuttosto che ai coetanei delle altre terre visitate.

Terra più da moto d'acqua che da artigianato locale, per intenderci e con la corsa incontro alle onde la voglio ricordare.
Posted by Picasa

16 dicembre 2007

Derby, ma c'è poco da ridere

Ci ho messo un po'.
Cercate di comprendermi. Perdere è brutto, perdere in caso è orribile, perdere in casa un derby contro Milano (70-79) è un incubo.
Soprattutto quando la tua parte sportiva ti sussurra che la sconfitta ci sta tutta e non puoi inventarti alibi quali sfiga, arbitri, parquet troppo scivoloso, influenze lunari.
Una Cantù ancora una volta sconfitta soprattutto sotto canestro da un Sesay che ha ridicolizzato sia Tourè (5 per l'ex dal dente forse troppo avvelenato, incapace di scaricare la sua rabbia in attacchi frontali al canestro invece di girare al largo in cerca di bombe), sia Valenti (5) la cui espressione di paura dopo avere sbagliato un tiretto facile facile avrebbe indotto qualsiasi allenatore a dargli una pacca sulla spalla pur di toglierlo subito.
Vero che Dalmonte sembra a volte dimenticarsi sulla panca i suoi giocatori. Casini (6) per esempio che con una bomba e una persa, nei suoi 8 minuti non ha fatto malissimo, marcando anche fenomeno Gallinari. Oppure Cukinas (6) certo non immenso attaccante, ma apparso abbastanza deciso per una volta e non il fantasma sbiadito delle prime apparizioni.
Insomma, Francis (6) ha sì messo 10 punti nel primo quarto, ma poi non ha più fatto granchè e se la mia ignoranza cestistica non ha ancora trovato un perché alla scomparsa offensiva del centro non ha potuto non notare quanto Milano si sentisse a proprio agio nell'area brianzola permettondosi due o tre tiri con succesivo rimbalzo per realizzare.
E dopo il derby da lacrime mi tocca dare un'insufficienza a Wood (5), la prima. Capisco che ormai il play non sia un nome nuovo e siadestinato a soffrire maggiormente. Milano, per capirci, ha inserito in quintetto tale Giovacchini (che per un povero casnatese disinformato val poco più di Carneade) soltanto per asfissiarlo in marcatura. Capisco anche che l'arrivo di Fitch (7) lo abbia costretto a rivedere equilibri appena assestati. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare mentre Woood si è limitato a piazzare due tiretti in penetrazione.
Dicevamo della bella prova di Fitch. Attaccante vero, il nuovo arrivato, capace di segnare (peccato per il decimo di secondo in ritardo) perfino dalla propria lunetta e di mettere in mostra calma olimpica oltre al prevedibile fiatone. Bene anche Brown (6,5) che si è speso molto cercando di limitare Gallinari senza rinunciare ad inventarsi soluzioni offensive ed il solito Mazzarino (6) stereotipo del guerriero dal carattere latino e capace di costringermi a descriverlo tale anche se detesto le immagini stereotipate.
Va male! Dire che va bene chiudendo questo pezzo suonerebbe eretico.
Ma Bertoldo gioiva del sole in arrivo boccheggiando sotto un acquazzone e anche se non godo di cervello tanto fino le mie scarpe grosse mi permettono di emularlo speranzoso. Comincio a chiudere l'ombrello, presto cantù tornerà a darmi soddisfazioni anche al Pianella.

12 dicembre 2007

A is for ABC

Partiamo dalle cose facili, dall'ABC, come si dice.
In questo caso però ABC è un acronimo di Aruba, Bonaire e Curaçao, tre isole delle Antille Olandesi che hanno fatto nascere appetiti coloniali a mia moglie quasi convinta che strappare l'atollo ai Paesi Bassi potrebbe non essere così difficile.

Queste isole sono tanto lontane dalla nazione che le possiede che la lingua parlata, il papiamento, è una specie di dialetto portoghese con influenze spagnole africane e soltanto raramente 'arancioni'. Bel tris di cui abbiamo visitato soltanto la A e la C.
Curaçao affascina per l'architettura da Piccola Amsterdam così desueta a quelle latitudini, e per i laghi di acqua salata, ricchi di canali popolati da mangrovie, fenicotteri, stelle marine da percorrere in barchette leggere pilotate sapientemente perché in quei dedali di vie d'acqua il rischio di perdersi non è remoto.

Aruba rapisce se come noi provate ad ammirarne le spiagge da un catamarano (di cui Sonia si è subito dichiarata ammiraglio,come si intuisce dalla foto).
Superata la tentazione di abbandonare la fresca sposa in un relitto sottomarino visitato con maschera e boccaglio restano la spiaggia bianca e la gente allegra a rendere indimenticabile quest'sola che tra quelle visitate sembra la più probabile meta turistica di moda dei prossimi vent'anni.





11 dicembre 2007

ALPHABET

Tornato. Non oggi in realtà, ma assentarsi 3 settimane dalla vita di tutti i giorni richiede un minimo di manutenzione quando te ne riappropri.
Ora vorrei presentarvi una parte della mia luna di miele.
In modo perfetto sarebbe impossibile anche perché ho volutamente evitato di prendere appunti e quindi mi accontenterò di rappresentarlo sinteticamente, un po' come l'alfabeto fa con i suoni.
Usando l'alfabeto, appunto.