29 marzo 2007

Criptico

Messaggio criptico.
Amica del mio amico.
Ti aiuto. Lui non lo sa, ma è rosso di capelli. Anzi, ormai quasi grigio.
Mi si dice che leggi qui sometime.
Quindi invitati a cena a casa mia che lui non ha nemmeno ancora visto la scala e continua a dirmi 'sì, forse, ma ....'.
:-)

27 marzo 2007

Sicuri?

Sarà che di solito qui ci scrivo all'alba.
Sarà che i miei neuroni stanno diventando più pigri di un bradipo in primavera, ma sono convinto che comprendere ciò che succede nel Bel paese diventi sempre più difficile.
Dunque! Un anno fa, campagna elettorale delle politiche e delle amministrative, Milano era diventata una città finalmente sicura grazie alla miracolosa, geniale e illuminata scelta del governo Berlusconi di assegnare poliziotti di quartiere.
Bene! Yuppie!
Un anno fa.
Non nel Mesozoico.
Parlo della primavera 2006. Più o meno l'arresto di Provenzano, ma prima della vittoria ai Mondiali di Calcio.
Ieri.
La sindachessa meneghina Letizia Moratti ha portato in piazza 50.000 (dice lei) concittadini per protestare. Non contro il governo (ridice lei, anche se An, Forza Italia e la Lega questa cosa non l'hanno tanto capita) ma a favore della sicurezza.
Insieme alla sciura , anche il primo cittadino di Como. Per solidarietà; che una mano nel momento del bisogno (e in campagna elettorale) non la si nega a nessuno.
Peccato che a Como (città e provincia) proprio il 2006 passerà alla storia per un colpo di pistola a bruciapelo partito dall'arma di un vigile urbano puntata alla testa di un ragazzino sospettato di essere un temibilissimo imbratta-muri. Lui, il dottor Bruni potestà del Lario, non se ne deve essere accorto.
Prima. Durante. E dopo.
Forse, a Como però, più che rinforzi di agenti di sicurezza, servirebbe qualche cassaforte in più dove deporre le armi dei ghisa e una selezione migliore di chi le stesse deve impugnare.
Forse.
Io il Paese faccio sempre più fatica a capirlo, ma la tentazione di rinunciarci emerge prepotente.

26 marzo 2007

Borat

Non ci volevo credere, e infatti per un bel po' non ci ho creduto.
Me l'aveva detto subito Sonia.
'Questo Borat è una cagata'. Io però un po' perché bastian contrario di natura, un po' per puro snobismo ho ribattuto piccato e quasi arrogante con quel tono che si assume con chi non riesce a vedere la luce come noi eletti.
Per un po' ho tenuto duro, con me stesso, non con lei.
Sì, ci doveva essere la seconda chiave di lettura. Anche nella scena in cui si rotola in un simil 69 con un ciccione grottesco. E sicuramente c'è.
Ma anche a me che mi nutro di pane e Simpson è subdolamente sfuggita.
Non mi assocerò a chi protesta per l'antisemitismo o lo misoginia di una pellicola che è chiaramente caricaturale. Non è ciò che c'è nel fim che mi ha deluso. E' tutto ciò che manca.
Per me Cohen è il grande 'Ali G' che mi faceva scompisciare dal ridere con le sue provocanti interviste a personaggi che non sapevano di avere a che fare con un comico, mentre Borat francamente mi è sembrato di una piattezza soporifera.
Mi tocca darle ragione, per una volta.
Questo Borat è una cagata.

22 marzo 2007

Scatti






Visto che ho le poche foto a portata di mano eccovi due scatti due delle mie avventure malesi.






Foto di gruppo

Parte dei corsisti. Assente giustificato Leon.
Altri han frequentato soltanto parte del training, ma non li ho fotografati perché erano troppo brutti. ;-)



Da sinistra a destra: Shazman, Nurmajdah, Sugianto (Suki), Kamal (Kelvin), Suhaila (Sue), Nazatulazwa (Annamaria), Azizul.

News

Ti sei assentato un attimo e quando torni scopri che siccome è tornato l'inverno i comunisti hanno rapito un talebano fotografato da Corona in compagnia di un trans e della figlia di Berlusconi, ma siccome l'hanno rilasciato Condoleeza Rice ha minacciato di bocciare il decreto Bersani.
O no?

20 marzo 2007

Friends (IV)

C'è che son tornato.
Però mica vi ho ancora raccontato tutto.
C. è un filippino dalle origini ispaniche che ormai si notano soltanto nei nomi e che vive in Brunei.
Nel sultanato C. cura la parte tecnica di uno dei tre quotidiani della città-stato.
Non che sian molte le notizie da pubblicare in realtà. Un mix di copia e incolla da agenzie internazionali regolarmente filtrate più qualche puntata delle 'mirabili avventure e la splendida magnificenza del nostro amato Sultano'.
Il tutto ovviamente dopo aver richiesto le necessarie autorizzazioni. Essì perché per pubblicare la divina foto del Sultan, bisogna cheidere un permesso al ministero. Anche se la foto è d'archivio e l'avete già stampata dozzine di volte. Anche se ritratta dal fotografo uficiale del palazzo. Anche se arriva drettamente dall'ufficio stampa insieme alle veline di giornata.
Ma in Brunei tutto necessita di un autorizzazione ministeriale.
Bere alcol, per esempio. Permesso accordato solo tra le mura domestiche.
Oppure riunirsi in più di dieci. Questa è addirittura un'autorizzazione ministeriale. Che sia una cena tra amici o il compleanno dei tuoi bimbi con gli amichetti.
Il casino è quando inviti 9 persone e ti si imbuca uno all'ultimo momento.
Permesso necessario per circolare dopo le 21.
Impossibile avere un taxi che non faccia servizio tra l'aeroporto e la piazza della città. Altri percorsi son banditi.
Si sta bene dice C. Certo non è una vita eccitante, ma per la famiglia.
Mentre lui parla con me, all'altro capo della tavola l'ipercinetica moglie, che nemmeno Sonia riesce ad agitarsi tanto seduta ad una tavola, racconta a uan commensale l'eccitazione delle sue giornate malesi.
E vorrei chiedere anche a lei se si sta bene.
Mi invitano a visitarli, prima o poi.
Ma anche no!

13 marzo 2007

Festa delle donne (II)

Oggi uno dei 'miei' giornali, il New straits Times pubblica a tutta pagina in prima la lista degli studenti che hanno ottenuto le valutazioni migliori in tutta la Malesia.
Nei primi 10 nove sono donne.
Gli auguri, a questo punto, non servono.

Friends (III)

Stephanie non viene da Monaco, ma dalla Thailandia.
E' una beach girl. Per chi notasse assonanza tra la parola inglese usata per identificare la spiaggia e quella invece scelta per individuare le 'passeggiatrici', avviso che la scelta del termine non è affatto casuale.
Bazzica il beach bar, posticino carino che mi attirato con la musica dei Black Eyed Peas eseguiti molto bene anche se in salsa malesiana. Un luogo d'incontro dove oltre ad ascoltare buona musica e guardarti Italia-Wales del 6 nazioni su un maxi schermo puoi anche attirare l'attenzione di Stephanie e delle sue amiche.
In confidenza, non credo che Stephanie sia il suo vero nome.
La thai-girl non mi vede sovrappeso, ma semplicemente opulento. Non fa caso al fatto che per baciarmi dovrebbe salire in groppa a una collega, o forse non è sulle labbra che vorrebbe baciarmi.
E' disinibita. Pure troppo! Infatti mentre cerca la mia attenzione paspa pure un pochetto.
Di solito non mi formalizzo, ma i vecchietti che fingono di credere di essere improvvisamente diventati irresistibili mi intristiscono troppo per approfittarmi dei bisogni di questa ragazzina.
Aggià, sono anche innamorato di Sonia.
Mi tocca pagarle da bere per allontanarla. La tattica che avevo imparato era l'opposta.
Peccato non diventeremo amici. Eppure sono sicuro che Stephanie avrebbe un sacco di storie da raccontarmi.

Freddo

Mai sentito parlare di freddo equatoriale?
Sembra assurdo, ma raramente ho patito il freddo come in queste giornate malesi.
L'aria condizionata secondo gli indigeni deve portare l'ambeinte intorno ai 15 gradi.
Impossibile lavorare senza giacca, non per ragioni formali, ma di semplice spirito di sopravvivenza.
Esagero? E allora perché oggi a merenda mi hanno offerto una cioccolata calda?

12 marzo 2007

Friends (II)

Angelo arriva da Molfetta, come mio cognato.
Angelo non lo conosce mio cognato, o almeno non se lo ricorda.
Molfetta l'ha lasciata 17 anni fa, ne avrà una quarantina, per il Belgio.
Era andato a Liegi a cercare fortuna, a fare il comunitario che non riesce a trovare lavoro a casa propria perché i flussi migratori di operai non ci riguardano solo come paese ospitante.
L'impiego trovato non è che fosse un granché, ma in compenso ha scoperto l'amore. Lei, malese, dopo un po' gli chiede di tornare a casa con i due figli ed è a casa sua che l'ho incontrato, cameriere sulla terrazza di Modesto's, ristorante italiano in KL.
Modesto nel locale è soltanto il nome, almeno confrontato all'ambiente che lo circonda.
Di solito all'estero schivo le mangiatoie italiche come la peste, ma questa terrazza aveva il merito di essere allegra e ben frequentata, oltre che terribilmente vicina all'hotel, e così è riuscita a incastrarmi. Il proprietario è soltanto sulle foto, in compagnia di campioni del motociclismo e dell'automobilismo che quando arrivano a Sepang vanno a trovarlo.
A KL ora c'è il fratello che ha incominciato questa avventura al seguti del consanguineo partendo dal Garda trentino. Dopo gli studi da geometra l'apprendistato in un'azienda di Cipriani, lo stesso del Bellini, e poi anche lui a cercare fortuna.
Quando gli dico da dove arrivo mi racconta che anni prima ne ha visti a iosa di comaschi da queste parti a tentare intrallazzi tessili.
Tra loro anche Claudio Gentile, il campione del mondo ex ct dell'Under 21, ma gli spiego che per quel che ne so la carriera imprenditoriale non è stata all'altezza di quella calcistica.
Capita anche ai migliori (soprattutto calciatori).

Friends (I)

Succede che riesco a incontrare a Kuala Lumpur un vecchio amico olandese conosciuto a Jakarta.
E un po' me la tiro pure :D

9 marzo 2007

Cinese

Pensavo di avere già mangiato cinese.
Sbagliavo. Oggi ho seguito il mio amico C., un cino-malese, in un 'ristorante' dove da solo non avrei mai messo piede vista l'evidente carenza di condizioni igieniche.
Per mangiare maiale e riso.
Pensavo di avere già mangiato cinese!

Festa delle donne

Festa delle donne anche in Malesia.
Non me ne sarei neppure accorto.
Niente mimosa per l'ufficio nè per casa.Se non fosse...
Sono in un paese mussulmano.
Però leggo su New Strait Times (uno dei 'miei' quotidiani), che la Malesia è al terzo posto nella classifica mondiale delle donne con posizioni amministrative di rilievo in aziende private.
L'Italia non so dove sia, ma certo non nelle prime dieci posizioni.
Eppure c'è chi i quotidiani non li legge e si nutre solo di luoghi comuni.
Qui, per loro, dovrebbe essere un inferno per le donne.
S. è una mia amica malese. Lavorava insieme a me, ora è in un altro dei 'miei' quotidiani.
Lei non fa la manager. E' comunque una project manager in una squadra ben organizzata.
S. lascerebbe interedetti molti lombardi. E' mussulmana e non porta il velo. Veste quasi sempre all'occidentale. Se non lo fa è per scelta. Non può convivere col fidanzato senza essere additata come sgualdrina, ma si sà, i patti di convivenza non stanno andando per la maggiore nemmeno dalle nostre parti. Si sposerà. Prima o poi.
E' però indipendente e vive con la sorella in KL.
Nulla di lussuoso, un appartamentino dove vorrebbe le insegnassi a preparare la carbonara. Per ora è capace di fare il ragù ed il tiramisù. Piccante! Il ragù, non il tiramisù.
A. è una mia collega. Anche lei mussulmana. Lei il velo lo porta sempre. Per scelta dice lei. Di certo al padre non farebbe piacere vederla senza. Poi il velo è colorato e qualcuno dovrà pure comprare della bella seta da sfoggiare al collo.
Fidanzata e lavoratrice sembra indipendente anch'essa.
Viaggia per lavoro ed è venuta anche in Europa.
Molte donne 'liberate' italiche non si sono mai allontanate più di 20 km da casa.
Vabbè!
Buona feste delle donne anche a voi.

7 marzo 2007

Moderatamente

Credevo di essere moderatamente riccio.
Mosso, anzi.
Qui però non ci riesco. Sarà che la mia chioma leonina si imbizzarisce al confronto col lisciume perfetto di questa triplice etnia indo-cinese-malese o forse più semplicemente per l'umidità costante di queste zone.
La moderazione è d'obbligo nel cibo. Asiatico in genere, più che malese in particolare.
Quando il cameriere mi chiede quanto voglio che il cibo sia speziato (quando mi concedo il cameriere) devo sempre chiedere una dose di spezie light. Non che io non ami il curry o le erbe che qui aggiungono perfino al caffelatte, ma esistono standard diversi di tolleranza al piccante ed il mio non è esattamente lo stesso degli indigeni.
Anche moderandomi poi, la mattina a colazione latte e yogurt stemperano le dosi di peperoncino assorbite il giorno prima mentre i miei compagni di albergo (quasi tutti di etnia cinese) già all'alba si nutrono di brodini imbarazzanti a quell'ora e le salsine di ogni colore trionfano al buffet,

5 marzo 2007

Narici

Prima ancora che a qualsiasi altro senso, la Malesia si presenta al tuo olfatto.
Già sull'aereo le creme per i capelli delle donne malesi ed i curry del cibo che Emirates cerca di convincerti a mangiare.
Odori asciutti questi, da cabina pressurizzata quasi inoffensivi.
Altro è quando invece ti lasci riempire le narii dai profumi umidi della citta.
Sepang, dove c'è l'aeroporto che loro dicono il più bello del mondo, sa di nafte e motori bruciati mentre la città è fiori e smog e spezie e razze miscelate.