30 maggio 2008

Dry food


Chi mi conosce sa che sono una buona forchetta. E pure poco schizzinoso.
Non ai livelli di uno strano personaggio che ho intravisto su una tv satellitare intento a mangiare 'le peggio cose' pur di provocare brividi ai telespettatori.
Diciamo che la mia curiosità mi porta a sperimentare e generalmente nei miei viaggi per il mondo non sono solito rifugiarmi in ristoranti italiani (eccezione alla regola Modesto's di KL che consiglio a chiunque naufraghi in Malesia).

L'Asia però... va assaggiata con cautela. Il mio probelma sono le spezie. Non la qualità, ma la quantità. Qui si eccede.

Immagino sia una precauzione nata nel tempo per 'resuscitare' cibi che in climi caldi e umidi tipici di queste terre deperivano alla velocità della luce. E magari disinfettarli.

Oggi però anche loro hanno i frigoriferi. Quindi potrebbero darsi una regolata.

Il mio mantra di sopravvivenza è quindi diventato 'dry food'. Ho sperimentato che i pericoli maggiori si nascondono nei brodini, gli intingoli, le salse. Quindi che tu scelga l'onnipresente pollo con riso fritto, o i noodles mischiati a qualsiasi pietanza ritenuta commestibile in Cina, se come me poni un limite all'esotismo ti consiglio di restare sui cibi asciutti, forse meno appetitosi, sicuramente meno pericolosi.

In agguato nei brodini che siano malesi, indonesiani, cinesi o altro ti aspettano pattuglie di zenzero inacidito, tempeste di pepe, chili atomico, coriandolo più che a carnevale.


Felicità è...

Dover aspettare un areo a KL per ben 6 ore e scoprire una conessione wireless gratuita ed una presa di corrente vicina a una poltrona.

24 maggio 2008

Cedo!

Lei: "Perché non parli mai di me nel tuo blog!"
Lui: "Amore siamo distanti qualche miliardo di chilometri che dovrei dire?"
Lei: "Per esempio che nonostante ti abbiano sbattuto quasi agli antipodi con un preavviso di due giorni tua moglie ha risolto un sacco di situazioni per cui ti ritenevi indispensabile. E brillantemente! Eh!? Eh!?"
Lui: "Ok. Mi arrendo alla prepotenza!"

Too lazy

Sughi se ne vuole andare dal Brunei.
Ha ancora un anno e mezzo di contratto con il giornale che stiamo installando, ma non ce la fa più. "Troppo pigri" dice "e mi sto impigrendo pure io".
Fate conto che lui arriva dall'Indonesia e non dalla Germania quindi i suoi ritmi naturali non sono certo forsennati.
Too lazy, ripete spesso, ed in effetti qui è difficile lavorare.
Intanto combattiamo in una sorta di ministero, dove i responsabili sono più degli operativi ed ogni decisione dipende da almeno un paio di dipartimenti che di solito sono in conflitto tra loro.
Questo fa sì che il poco feedback che mi servirebbe non arriva mai. Ora ho costretto Sughi a mettere per iscritto le richieste che troppo spesso ripete verbalmente in modo che quando tornerò a casa senza aver ottenuto risposte mi concederanno almeno le attenuanti generiche.
Per fortuna a me il lavoro non manca perché il preavviso per la gita è stato poco e le persone che hanno configurato il sistema prima di me erano inesperte (più di me, ci credereste?). Così ogni opzione va controllata e documentata.
Se ne andrà Sughi! Ma per il momento non vuole tornare a Jakarta. Si aspetta qualche offerta da Singapore, decisamente più stimolante del pacifico Brunei, dove l'unica esigenza vitale è il culto del Sultano, onnipresente in foto, giornali e manifesti.
Chissà che non mi trovi un cliente in quel caos. Singapore ancora mi manca.

23 maggio 2008

Hijab



Lei è Azwa, lui Sughi.
Mi perdonano i nomi contratti e semplificati, ma si sa, gli occidentali sono un po' duri di comprendonio.
Sono i miei compagni d'avventura.
Malese lei, di nazionalità e ceppo etnico, indonesiano lui, ma con evidente sangue cinese che a suo dire, a Jakarta, ne fa un discrimanato.
Volevo presentarli un po', ma non è facile rinchiudere le persone in poche righe.
Forse queste foto però possono fare un po' di giustizia e aprire gli occhi a chi conosce l'Islam soltanto per ciò che finisce sui giornali.
Azwa è mussulmana, noi aggiungeremmo praticante. Prega, fa le abluzioni e tutto ciò che una brava seguace di Maometto deve fare.
E' sposata, ma è in trasferta professionale all'estero da sola, e forse non tutti i mariti italiani che considerano questa parte del mondo maschilista e retrogada permetterebbero tanto alla moglie.
Porta sempre il velo, ma è un hijab colorato, allegro, non il burqa.
Ride e scherza. Tutto ciò è talmente normale che mi imbarazza sottolinearlo.
Purtroppo non è inutile farlo.

20 maggio 2008

Minoranze


L'80 % dei bagagli persi dalle compagnie aeree viene ritrovato nelle prime 24 ore.
Come sempre mi hanno messo in minoranza!

19 maggio 2008

Il valore delle cose

Arrivo, in Brunei.
Non una passeggiata di salute visto che tra scali ritardi e volo metto il piede sul tappetino della doccia dell'albergo 27 ore dopo aver chiuso a chiave la porta di casa.
Lo stesso piede poi, lo trascino umidiccio sul pavimento della stanza perché io sono arrivato, ma il mio bagaglio ha deciso di fermarsi un po'.
Quindi subito riunione di lavoro, poi una corsa per comprare rasoio sapone mutande e una t-shirt per cercare di puzzare il meno possibile, cena di lavoro e tentativo di dormire ingannando le 6 ore di fuso orario.
Però sono felice. In camera ho la connessione Internet e vi assicuro che qui vale più fi tutto ciò che avevo in valigia.
Ho visto mia moglie, letto la mail che il cliente mi ha mandato stamattina (difficile immaginare fossi in viaggio?), parlato con Sonia delle pratiche per il rimborso del bagaglio.
Pare poco?
PS - Avrei anche fatto delle foto, ma il cavetto per scaricarle era in valigia.

15 maggio 2008

Operazione Brunei

Avendo saputo questa mattina alle 10 che domenica dovrò imbarcarmi su un volo destinazione Bandar Seri Begawan scatta ufficialmente l'operazione Brunei.
Devo ancora dichiarare i redditi, girare una qualche ufficio per il chiosco, lavorarci, organizzare i 15 giorni in cui l'Italia resisterà senza il mio apporto.
Scusatemi se trascurerò il blog e (quasi tutti) gli amici.

8 maggio 2008

Chi me lo fa fare?

Ho aperto un chiosco di bibite, panini e gelati.
In realtà l'ha aperto mia moglie ed era già suo, cioè della madre, ma è una lunga storia ed accontentatevi del sunto.
Ora, la matematica è sempre stata il mio forte.
Se dovessi ritenere veritiere le dichiarazioni dei redditi aggregate del 2004 dovrei chiudere immediatamente.
I proprietari di bar (nobilitiamo il mio chiosco a bar) dichiarano di guadagnare 1000-1200€ al mese. La mia attività è stagionale quindi i costi fissi dovrebbero abbassare il mio reddito previsto, ma per semplificare faccio finta di non considerarlo.
Un dipendente, che dovrò assumere, guadagna, col contratto minimo sindacale poco più di 1000€ al mese (40 ore settimanali, nel fine settimana lavoriamo io e mia moglie).
Il costo del suo lavoro però è all'incirca il doppio, quindi devo aspettarmi una perdita netta di circa 800€ mensili.
A meno che tutti i bar o la maggiorparte di quelli considerati non abbiano dipendenti.
In quell'ipotetico (molto ipotetico) caso potrei perfino portare a casa 150-200€ al mese.
In realtà c'è anche una seconda ipotesi che da persona onesta non tendevo a considerare.
Che le loro dichiarazioni siano di gran lunga sottostimate.
Che dite, mi fido dei 730 dei colleghi baristi e chiudo o posso puntare sulla loro disonestà media?

7 maggio 2008

UDC

Dopo la condanna per favoreggiamento a Cosa Nostra di Salvatore Cuffaro e l'arresto ieri di Pasquale Inzitari accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta mi chiedo se UDC per caso non voglia significare Unione Delle Cosche.

6 maggio 2008

Disoccupati

Premessa.
Cerco barista part-time per chiosco a Tremezzo, bella presenza e conoscenza inglese.
Non c'è lavoro. Dicono.
Colloqui vari in risposta a una serie di annunci su un quotidiano locale ed in internet.
Con miei commenti acidi
  • Ma mi date anche l'alloggio? Sì vista lago :-)
  • Meno di 1000€ per 20 ore settimanali non se ne parla! Non cerco un ingegnere nucleare specializzato nella fusione fredda
  • Chiamo per mio nipote. Accompagno mio nipote al colloquio. Tratto per mio nipote. Ok, forse potrei assumere il nonno
  • Ma se finisco alle 6 e10 invece che alle 6 mi pagate gli straordinari? Anche alle 6 e 01, perché no?
  • Ma il contratto scade proprio a ottobre? non si potrebbe prorogare anche d'inverno? Sì, metto il riscaldamento al chiosco e ti porto una tv così non ti annoi anche se non c'è nessuno
  • Ho fatto l'alberghiera e conosco portoghese, russo e svedese. L'inglese no?
  • Ma siete troppo lontani.... Eggià, ti ho cercata io in provincia di Milano :O
  • Dovreste assumermi perché non vado d'accordo con il titolare dove sto lavorando attualmente ed ho messo di mezzo i sindacati. La chiamiamo noi!
  • Mi potreste anticipare lo stipendio? Quello di maggio o di tutta la stagione?
  • (Gridando) Spero che non siate tra quelli che che votano Prodi perché non capite un cazzo di politica e quelli li li devono inc******* tutti perché por*** **** quel mongolo ha rovinato l'Italia. Guardi, forse non ha il savoir faire che ci necessità con in clienti
Non c'è lavoro. Dicono!

5 maggio 2008

C'era una volta

C'era una volta il "Corriere di Como on line" e l'attacco fiabesco rivela l'affetto per una creatura alla quale nascita e sviluppo ho in piccola parte collaborato.
Nella sua semplicità la versione gemella del quotidiano cartaceo è sempre stata facilmente leggibile e consultabile.
Ora, invece, è sempre più un foglio bianco nel mare di Internet come per esempio lo era questa mattina quando prima del caffè ho provato a sfogliarlo.
Proprio ora che il concorrente locale "La Provincia di Como" ha da poco inaugurato il nuovo sito web.
Vuoto pneumatico.
Che sia meglio così?

1 maggio 2008

L'ultimo tabù


Faccio coming out.
Forse i più attenti lo avranno intuito, qualcuno in cuor suo ne sarà certo mentre i più non si son mai posti la domanda.
La mia formazione umanistica è stata forgiata da Cuore, settimanale satirico in edicola quando ancora la realtà non riusciva a superare lo sbeffeggio. Niente classici greci, nessuna influenza di filososofi nordeuropei. Gli unici autori che in qualche modo mi hanno forgiato hanno nomi nostrani e se Michele Serra ancora oggi è tra i corsivisti più noti, di qualcuno come Lia Celi o Piermaria Romani soltanto i fan conoscono le gesta.
Tolto questo velo che denuda la mia pochezza intellettuale posso ora a cuor leggero collegarmi alla cronaca.
Su Cuore una delle mie rubriche preferite si intitolava "L'ultimo tabù". Nonostante il nome un po' malizioso non fu questa rubrica la causa delle mia miopia. Negli anni '90 infatti sembrava che l'ultima barriera alle rivelazioni sociali fosse non il sesso, spesso anche ostentato, ma la dichiarazione dei redditi.
Un genio, di cui putroppo non ricordo il nome, cercava in una breve intervista di far svelare il proprio guadagno a personaggi noti. Senza mai riuscirci.
Quest'ignoto autore, se ancora vivo, probabilmente mercoledì ha rischiato le coronarie e anche altro quando ha visto a disposizione online le dichiarazioni dei redditi 2005 di tutti i cittadini italiani divisi per comune di residenza.
Gioia fugace, direte voi, ma in fondo le soddisfazioni migliori son quelle che durano un istante e di cui godiamo il ricordo in eterno.
A quell'uomo, gagliardo lottatore sempre sconfitto nella perpetua ricerca della verità, alzo oggi il calice, nella Festa dei Lavoratori. Oggi che il suo tribolare è stato premiato la fatica di Sisifo può prender quiete.
PS - Ho messo da parte roba buona, elenchi di alcuni comuni comaschi, quanto varranno al mercato nero? ;-)