27 giugno 2008

Viva la fiction

Il guaio è la gnocca.

Lo dice Libero, mica io.

Finalmente capiamo perché il Principale avesse tutta questa fretta nel promettere «5 anni per chi ordina intercettazioni, 5 anni per chi le esegue e 5 anni per chi le propaga». 

I bene informati lo sapevano già. Sta arrivando un carico di intercettazioni da Napoli che non aggiungono nulla di particolarmente rilevante sul curriculum penale del Principale, ma potrebbero metterlo in cattiva luce svelando ai più un interesse faunesco per il gentil sesso inadeguato a ruolo, età e prestigio (sì, c'è anche un mega conflitto di interesse visto che sembra scegliere direttamente la produzione di fiction di Rai e Mediaset, ma è molto meno pruriginoso).



E in effetti fa effetto sentire (leggere è tutt'altra cosa) un personaggio così potente chiedere aiuto contro 'una pazza' che potrebbe diventare 'molto pericolosa' perché quotidianamente lo assilla col dubbio che sia proprio Lui a  metterle il bastone tra le ruote.

E tra le migliaia di telefonate che Saccà riceve dai tantissimi politici, segretari e boiardi di stato riscopriamo l'antica saggezza popolare: tira più un ruolo di fiction che un carro di buoi.

24 giugno 2008

Sweaty

Per fortuna mi informo.
All'alba inizio con Sky Tg24, poi subito in macchina per il radiogiornale di Radio24 ed il Gazzettino Padano. Approdato in ufficio a spizzichi e bocconi degusto i quotidiani on line.
Questa mattina mi sono alzato con un programma ambizioso. Una mezza maratona da correre tra le 2 e le 4 del pomeriggio, una dieta di sole patatine fritte e una mezza intenzione di mettere la nonna tutto il giorno stesa sul balcone a prendere il sole, così che si abbronzi.
Poi l'illuminazione.
Quasi in coro, i miei adorati media mi hanno strillato: "E' estate, fa caldo. Stai all'ombra e bevi".
Geniale vero? Come folgorato sulla via di Damasco ho quindi deciso di mantenere un profilo più basso. Addirittura, senza che nessuno me lo consigliasse ho rinunciato al cappotto in favore di una camicia leggera.
Per fortuna. Mi informo.

16 giugno 2008

Tu quoque, Zambrotta

Zambrotta è il mio idolo (calcisticamente parlando).
In fondo abbiamo indossato la stessa maglia dell'Alebbio.
In senso figurato ovviamente. O forse anche in senso letterale perché è vero che abbiamo qualche anno di differenza, ma nel calcio giovanile la muta da gioco veniva cambiata soltanto quando le maglie perlomeno rammendabili diventavano meno di sette e quindi inadatte a qualsiasi torneo.
Di più, giocava nel mio ruolo d'esordio, ossia terzino sinistro e anche se i numeri ormai nel calcio moderno sono diventati variabili casuali mi son sempre sentito lo stesso 3 cucito sulla schiena.
Infine è l'unico dei campioni del mondo di Berlino con cui nel mio passato giornalistico ho avuto qualche scambio di vedute visto che l'ex juventino è sempre rimasto legato alla sua terra senza sottrarsi alle richieste che arrivano dalla provincia.
Zambrotta quindi è il mio idolo, lo confermo.
Nonostante questo affetto non riesco a non giudicare imbarazzanti le sue prestazioni nelle due gare dell'Europeo fino ad oggi disputate. Se nella prima ha fatto sembrare il suo diretto avversario un fenomeno prima che Grosso in uno scampolo di partita ne evidenziasse i grandi limiti oltre ad avere sulla coscienza (in buona compagnia) almeno uno dei 3 gol, passando alla seconda stenderei un velo pietoso sulla rete di Mutu che fondamentalmente è stato un suicidio del comasco instillando il dubbio che quella gara sia stata giocata non da Gianluca, ma dal suo gemello bolso.
Il mio voto al suo Europeo quindi equivale alla media delle pagelle della Gazzetta dello Sport, un 5 scarso, come lo stesso atleta ha riconosciuto da vero uomo nelle interviste post partita.
Chi invece vuole essere 'più zambrottista di Zambrotta' è il quotidiano la Provincia che se nella prima gara ha valutato ampiamente sufficiente (6,5) la prestazione per la seguente ha assegnato un generoso 5,5 parlando di una gara impeccabile rovinata da uno svarione.
Miopia o companilismo (pur considerando che siamo nell'ambito delle opinioni)? Non rispondo, ma penso che la severità del Corriere di Livorno edito da Cristiano Lucarelli che riuscì a valutare il proprio padrone meno di altri quotidiani probabilmente in via Paoli sembrerebbe pura crudeltà.

12 giugno 2008

Titoli del 'Corrierino', tumulto in Internet

Leggo oggi on line questa 'apertura' del Corriere di Como.
Supermercati chiusi, la rivolta dei clienti (il link purtroppo scomparirà alle 15), a firma Andrea Bambace.
Seguo il giovanissimo cronista fin dai primi passi mossi al 'Corrierino' dove iniziò a collaborare proprio nello sport in cui io ero redattore (abusivo).
Dico questo per testimoniare il mio apprezzamento nei confronti di Andrea che ho sempre incoraggiato e stimolato nei miei pur enormi limiti.
La rivolta dei clienti, dicevamo.
Inizio la lettura immaginando proteste delle associazioni dei consumatori, raccolte di firme, forme di dissenso espresse concretamente. Insomma, qualche fatto a corredo di opinioni.
Invece la rivolta in che consiste?
Nella protesta di 4 gatti, anzi di 5 pensionati (lo presumo dalle età oscillanti tra i 66 ed i 73 anni), quasi tutti cernobbiesi, che presumibilmente avrebbero modo e tempo di frequentare negozi in orari e giornate più consone al consumo che non la domenica.
A loro si aggiunge l'autorevole voce di Daniele Brunati, cliente sì, ma rappresentativo quanto me in quanto la qualifica che lo distingue nell'articolo è coordinatore del Consorzio Como Turistica, consorzio attivo nello sviluppo di manifestazioni e non peculiarmente nel rappresentare i consumatori.
Tutte opinioni rispettabilisime queste, si intende, e forse sono l'unico lettore che cerchi un'eco di quelle rivolte annunciate nel titolo anche nel corpo dell'articolo.
Ma se alle opinioni della combriccola sono state titolate come rivolta, il mio unico dissenso per questo genere di informazione sarà perlomeno un tumulto?

6 giugno 2008

Vedere o non vedere?

Estratto da un comunicato stampa (giuro che è un copia e incolla).
Questo giornalista di cui per pietà non faccio il nome conoscerà altri verbi oltre a vedere?

Come vedi il futuro?
“Spero che sarà rosa, poi vedremo! Ho le mie ambizioni ed i miei obiettivi. Vedremo se potrò raggiungere i miei obiettivi e poi vedremo perché in questo momento ancora tutto può cambiare e non si sa ancora cosa faranno le società e gli allenatori. Devo aspettare un po’ e vedere cosa succede”.