12 dicembre 2009

L'ebreo sfigato

Ebbene sì, bando al politically correct, doveva essere questa la traduzione italiana di 'A serious man' l'ultimo lavoro dei fratelli Coen.
L'ebreo sfigato protagonista del film è infatti molto ebreo e moltissimo sfigato.
Un divorzio, un fratello suonato e fuorilegge, figli ladri e/o strafatti. E' questo l'acquario dove nuota rassegnato Larry tra il consiglio di un rabbino e l'altro.
Senza umorismo, senza erotismo, senza ritmo. E a me, conscio della mia ignoranza, quello che a molti di voi forse sembrerà un capolavoro appare invece come una grande stronzata.
Nel film non c'è null'altro se pietosamente taccio della novella ebraica in lingua originale e sottotitolata che lo apre e che per un quarto d'ora buono mi ha fatto credere di avere sbagliato proiezione al multisala.
Il racconto poi parte lento lento e appena il ritmo sembra crescere un pochettino e pensi che prima dei titoli di coda tutto sarà più chiaro ecco che questi appaiono, lasciandoti li a guardare un tornado e tua moglie che ti fa promettere che per quanto tu ami i fratelli Coen il loro prossimo film te lo vai a vedere da solo.

5 novembre 2009

Storie di ordinaria disoccupazione

Ormai sono due mesi che sono senza lavoro e alla ricerca.
In due mesi un paio di colloqui interessanti di cui attendo gli sviluppi ed un'offerta economicamente svantaggiosa, lavorativamente interessante, ma ancora lontana dal concretizzarsi.
Da lunedì intanto inizierà un corso di riqualificazione in Marketing Strategico e Operativo che mi terrà super impegnato.
Faccio fatica a scriverne perché essere disoccupato a quarant'anni è logorante tanto che ti senti perfino in colpa per non essere produttivo. Però farlo potrebbe essere terapeutico e ci proverò...

21 agosto 2009

Dai nemici mi guardo io

Voglio ufficialmente ringraziare Maurizio Giunco, editore del Corriere di Como e di Espansione TV per avere licenziato alla vigilia di Natale di due anni fa mio fratello Mauro.
Anche per effetto di questo scellerato provvedimento oggi mio fratello è stato promosso direttore responsabile dell'Ordine.
Un grazie minore anche al direttore Mario Rapisarda, peggior attore non protagonista della sceneggiata.

12 agosto 2009

Scrittori abituali

Chiedo venia, questo blog più che di lettori abituali avrebbe bisogno di uno scrittore abituale.
Invoco le attenuanti generiche, è stato un anno difficile.
Da Ferragosto ci rirpoverò!

22 luglio 2009

Paolino

Paolino Migliavada. 
Sergente Paolino Migliavada nato a Morbegno(so) il 20-4-1922 morto a Desio(mi) il 24-2-1975 Rep."5° Rgp.Alpini"
Campagne: Seconda Guerra Mondiale,dopo l'11 settembre1943 deportato in Germania e rientrato in Italia il 10 settembre 1945.
Anno di iscrizione all'a.n.a 1945.
Fondatore di ben 3 gruppi a.n.a.  Lucino - Fino Mornasco - Desio.
Immagino non si sia mai arreso. 
Proverò a saperne di più.

4 maggio 2009

Più famiglie

Ricordate il 'family day'  con in prima fila Berlusconi, Casini e Fini?
Ma lo slogan era 'Più famiglia' oppure 'PIU FAMIGLIE'?

27 aprile 2009

Priva-sì o priva-no?

«Ma sai che sei finito sulla Provincia?» mi chiede prima di salutarmi.
Impossibile, mi viene da rispondergli, ma poi cerco di approfondire la questione.
«Sì, in un articolo su Facebook, han pubblicato anche una delle tue foto di classe» mi spiega.
Eccheccazzo, dico io, al di la dell'amicizia  che mi lega al caporedattore del quotidiano locale che potrà essere invocata come attenuante generica, mica (nel senso lombardo di negazione) possono fare una cosa del genere senza chiedermelo o perlomeno avvertirmi. Della mia privacy se ne fottono?
«Non sono tenuti, tu l'hai pubblicata in internet e quindi è come se fosse una cosa pubblica» insiste il mio interlocutore di fronte alle mie proteste. Io poi quando discuto mi scaldo e sembra quasi ce l'abbia con lui, ma secondo me, difende l'indifendibile.
Insomma, questi pubblicano una foto di mia proprietà; un'immagine  dove io sono ritratto (e non sono persona nota, nè con qualche carica pubblica, non credo ci siano indagini di polizia sul mio conto e mi sfuggono scopi didattici), copiata da un sito dove io l'ho esposta  decidendo di mostrarla esclusivamente a una lista di miei amici, e non al mondo intero!
Io dico che non possono farlo senza chiedermelo e mi si risponde che la legge non mi tutelerebbe se non volessi apparire in quella foto e su quel quotidiano (facciamo finta che non esistano obblighi di buna creanza).
Davvero i giornalisti sono convinti che tutto ciò che trovano comodamente su internet sia pubblicabile senza nemmeno avvertire i diretti interessati?
In fondo a me di essere apparso sul quotidiano non me ne può fregare di meno e anzi sono convinto che ci sia stata la volontà di favorirmi in qualche modo piuttosto che di danneggiarmi, ma come i giornalisti si pongono di fronte al mezzo Internet?
Io con  Facebook di fatto ho firmato un contratto con regole ben precise e tutele reciproche, ma un media tradizionale perché crede di avere il diritto di pubblicare una mia foto (proprietario dell'immagine digitale oltre che persona ritratta) senza nemmeno chiedermene il permesso?
Chi può risponda, forse la domanda merita un mini-dibattito.

7 aprile 2009

Supereroi

Tra le mie fortune una delle maggiori è stata non subire grosse disillusioni.
Per esempio, se come tutti i bambini sono cresciuto nella convinzione che mio padre fosse un supereroe, invincibile e valoroso, anche quando tardivamente ho imparato a pensare come un adulto, ho trovato solide prove a confermare le mie infantili intuizioni.
La certezza poi l'ho avuta a 24 anni quando in crisi con l'università decisi di partire per il servizio militare e seguendo una pista già tracciata dal mio vecchio mi sono arruolato per un anno nei vigili del fuoco. 
Anzi, nei pompieri.
Era l'ultimo anno di servizio di mio papà, o il Capo, come tutti lo chiamavano in caserma. L'ultimo anno dopo una vita lavorativa iniziata anche per lui con il servizio militare e chiusa istruendo ancora una volta il figlio, questa volta con addosso una divisa. Era il '94 ed in quei dodici mesi ho riscoperto una persona a cui ero tanto vicino da non riuscire mai a inquadrarlo per intero.
Ma non è di questo che vorrei parlare. O almeno, non solo di questo.
Tra i racconti di mio papà, quelli che ancora oggi non mi stanco di ascoltare sono quelli legati alle emergenze. 
In 40 anni e in diversi ruoli ha preparato lo zaino per correre in aiuto di terremotati, alluvionati, senza tetto. Dal Belice fino al Friuli, unendo un'Italia tanto diversa anche nel reagire alle disgrazie, ha scavato fango, polvere, rocce per avere la suprema soddisfazione di estrarre da un crollo persone in attesa di quelle mani forti. 
Io da piccino, quando la 'colonna mobile' me lo rapiva per intere settimane, guardavo curioso il telegiornale cercandolo nello sfondo delle giacche impolverate al lavoro perché ben sapevo che anche avendone il grado non lo avrei mai trovato in prima fila dietro il giornalista di turno con le mani in tasca e l'espressione corrucciata di chi si deve dare un tono. E come lui tutti i suoi uomini. 
Oggi un suo collega, e molto indegnamente un mio collega, non è sopravvissuto al terremoto, tragedia che si somma e si annulla nelle mille altre tragedie. 
I supereroi esistono. Davvero.

29 marzo 2009

Anagrammi

Domenica uggiosa e cazzeggio in Internet nell'attesa di NGC Cantù - Premiata Montegranaro.
Una notizia, raccolta dal mio aggregatore dopo essere stata pubblicata sul Resto del Carlino, storico quotidiano italiano, mi coglie del tutto impreparato.
In un'intervista il signor (o la signora se ho decifrato male il nome) Aaron Pettinari intervistando il coach della squadra di pallacanestro brianzola, Luca Dalmonte, chiede come procede l'inserimento di Porta (presumibilmente Antonio Porta).
L'unico acquisto di cui io ero a conoscenza era invece Prato, che di Porta è l'anagramma e che con il giocatore attualmente ad Avellino condivide la nazionalià, ma non il ruolo.
Errore plausibile, forse nemmeno dell'intervistatore, ma di qualche redattore distratto che ha scambiato i nomi, ma con coerenza lo svarione nella domanda viene trascinato anche nella risposta di Dalmonte ed io approdo al palazzetto con il forte dubbio di trovare un nuovo giocatore pronto al debutto al Pianella.

9 marzo 2009

Quotidiani che danno i numeri

Como, la mia città, ha vissuto un anno particolarmente vivace nel mondo dei quotidiani.
Negli ultimi 6 mesi è nato "L'Ordine", ha ottenuto di uscire in edicola insieme a Libero e "La Provincia", il quotidiano storico per i lariani, ha di fatto comunicato uno stato di crisi occupazionale, come scrive anche Paolo nel suo blog .
Questo mese in Tabloid  ho trovato un interessante articolo che analizza lo stato di salute dei quotidiani lombardi.
Concentro la mia attenzione su una tabella che compara diffusione  e numero di occupati di alcuni giornali comaschi. Questi i dati per i comaschi:


testata diffusione giornalisti occupati diffusione/occupati
L'Ordine 3000 4 5 600
Il Corriere di Como 10000 8 18 555
La Provincia 43878 79 122 359


I dati sono asettici e a volte ingannevoli e per interpretarli occorre qualche chiave di lettura.
La diffusione innanzitutto è generalmente gonfiata. Assumo che lo sia in modo omogeneo per le tre testate.
Il numero degli occupati potrebbe non essere realistico al 100%.
Io personalmente in passato sono stato redattore del Corriere di Como senza figurare nell'elenco dei redattori della testata e non conosco la situazione attuale.
Posso confermare per certo i numeri dell'Ordine dove lavora mio fratello come caporedattore come per certo so che l'abbinamento con Libero, non in essere al omento della raccolta di questi dati, ha aumentato la diffusione  dell'ultimo nato tra i quotidiani comaschi.

Fatte queste premesse, vi stupisce lo stato di crisi della Provincia?

1 marzo 2009

Indici

Mai sentito parlare dell'indice di McDonald ? Non è l'enorme dito di un pagliaccio scozzese ma una misura che economisti seri ed attendibili utilizzano per calcolare il costo della vita in un paese.
Essendo la catena di ristoranti diffusa ormai quasi ovunque, il costo di un pasto, dello stesso pasto, da un'idea di quanto gli abitanti di quella nazione spendano per vivere.
Vediamo di aggiornarlo. L'ultima volta che  ho preso un McMenu a Milano ho speso all'incirca 6€ (memoria maledetta, non mi resta in testa niente).
Ieri per festeggiare il sabato lavorativo a pranzo invece del riso un pasto ordinato al fast-food.
Prezzo? Circa 30.000 rupiah, cioè 2€.

25 febbraio 2009

Cenere

Oggi è il 'Mercoledì delle ceneri' ed inizia la Quaresima. Me lo ricorda Kris, indonesiano di etnia cinese.
Mi dice che nel pomeriggio si assenterà un'oretta per andare in chiesa e quando gli chiedo per quale motivo lui mi ricorda che oggi è l'Ash Wednesday. Non avendo vissuto il carnevale non me ne ero nemmeno accorto.
Quindi ecco cosa succede in Indonesia.
Assenza giustificata dal lavoro per pregare.
Nello stato dove risiede la maggioranza dei mussulmani nel mondo.
Dove l'Islam è seguito da oltre l'80% della popolazione.
Dove il mio amico è minoranza oltre che religiosa anche etnica.
Cospargiamoci il capo di cenere, forse è proprio il caso di farlo.

22 febbraio 2009

Nesta a chi?

Si parla di etnie tra una configurazione e un'altra perché qui nell'ufficio ci sono malesi, indonesiani, cinesi e pure io ribattezzato scherzosamente da Firuz "l'albino".
Mi trovo a spiegare quanto poco omogenee siano l'etnie anche in Italia ormai, visto che a Milano c'è la più grande chinatown italiana ufficiale, i molti immigrati nordafricani o mediorientali.
In più la nostra nazione tra dominazioni e latitudini diverse è un bel mix di per se e già tra me e mia foglie non ci sono poi tutte queste affinità ed io potrei sembrare più tedesco che italiano.
"Noooo - mi risponde un locale tifoso dell'AC Milan - si vede che tu sei italiano".
E da cosa, chiedo io?
"Porti i capelli come i calciatori di serie A, come Alessandro Nesta!"

19 febbraio 2009

Sorpresa

Successo mai che vi mandino in trasferta  e vi troviate a dividere un appartamento con due colleghi (maschio e femmina) malesi e sconosciuti fino ad allora?
A me succede anche in questi giorni. Neanche male avere uno spazio comune oltre ad una bella stanza se si riesce a soprassedere al bagno condiviso con Firuz.
Oggi però sorpresa ulteriore. Entro in appartamento coglionando nel mio inglese maccheronico come sempre quando trovo ad accogliermi la mamma di Firuz che mi saluta con un 'Sorry to invade your appartment Marco'.
Beh, me la devo tenere fino a lunedì :-)

17 febbraio 2009

Pranzo-cena

A sinistra il mio pranzo come mi viene consegnato dai gentilissimi fattorini che provvedono al mio sostegno.
Cibo nella versione fast-food indonesiana.  
Carta ed elastico per consegnare i cibi solidi, busta di plastica per  quelli liquidi.
Bicchiere di frullato di un frutto tropicale che non ho ancora ben capito come si chiami accompagna il tutto.
A destra invece uno dei due pacchetti sviluppato nel piatto. Potete immaginare come poi possa conservare l'altra metà per la cena.

In Africa si muore di fame

Pranzo e ceno quasi sempre in ufficio e al solito ritornello del 'dry food' ho aggiunto anche 'minimum portion'.
Allegherò le foto, ma della mia razione di noodles  o riso devo sempre conservare una metà per cena per non buttare il cibo. E io odio buttare il cibo.
Lo dicevo a Firuz che sorprendendomi mi risponde : "Hai ragione, in Africa muoiono di fame!".
Eccheccazzo, dico io, guarda che anche qui a Jakarta, fuori da questa bella sede, si muore di fame.
E anche in Italia c'è chi fatica a procacciarsi il cibo.
Eppure, a casa come qui, ormai si pensa e ci si impegna solo per i bisogni di chi è lontano.
Più facile commuoversi per il bambino somalo che per il barbone che chiede la questua al finestrino della tua macchina. Quindi aderiamo alle campagne per salvare il terzo mondo dalla sua fame, sicuramente terribile e assassina. Indignamoci per la libertà dei dissidenti cinesi, o per i disoccupati filippini. Forse però, un affamato, un licenziato per avere espresso un libero pensiero, un cassaintegrato in piena depressione ce l'abbiamo anche più a portata di mano.
Guardare vicino alle nostre comode natiche potrebbe svelarsi sorprendentemente più utile.

15 febbraio 2009

Spina dorsale

Ieri sono andato in un'area commerciale per vedere un concerto all'Hard Rock Cafè.
Che poi il concerto non l'ho nemmeno visto perché doveva iniziare alle 21 ed alle 23 nemmeno l'ombra così mi sono preso un taxi e me ne sono tornato all'appartamento.
E dire che il biglietto mi era costato ben 80.000 Rupiah, compresa una consumazione. Non spaventatevi, sto parlando di poco più di 5€.
Comunque loro erano 'Andra & The BackBone' e questo il loro pezzo capace di regalare una certa notorietà in Indonesia, ma anche all'estero (mi ci hanno portato i colleghi malesi).
Il centro commerciale era quello che ormai purtroppo (o per fortuna?) si ritrova identico in ogni parte del mondo, dall'America all'Asia.
Gremitissimo, giovani molto glamour e 'liberi', nemmeno un velo islamico, per dirla tutta.
Se mi fossi astratto dall'etnia dei presenti avrei potuto immaginare di essere a Los Angeles, Amsterdam piuttosto che KL.

14 febbraio 2009

Kissing in Jakarta

San Valentino in Indonesia, senza moglie.
E mi chiedo, ma se fosse qui, potrei baciarla?
In fondo questo non è uno stato islamico, ma la più popolosa nazione del mondo con la maggioranza della popolazione mussulmana . Parliamo di circa 200 milioni di islamici. Questo è il cuore della religione di Maometto anche se in Europa si pensa soltanto e sempre agli arabi riguardo l'Islam.
Quindi chiedo. A Nur, tecnico informatico che mi affianca nell'aggiornamento del giornale. L'età è indefinita anche se io l'ho soprannominato baby face immagino siamo più o meno coetanei.
Gli chiedo se a San Valentino lui potrebbe baciare la fidanzata in pubblico. Non  sulla guancia, french kissing, per evitare equivoci.
Imbarazzo. "No davvero, io non potrei" mi risponde. Quindi gli spiego che non sto parlando di lui in quanto tale, ma di un indonesiano tipico. Risposta incerta. "Non è vietato dalla legge, ma lo è dall'Islam. Si vede che io sono mussulmano e quindi potrei avere problemi. Mi potrebbero sgridare". Ma chi, chiedo io, la Polizia, i preti? "Chiunque, anche un passante. Verrei additato come peccatore..." e dalla faccia che fa capisco che solo il pensiero gli fa temere di poter prender una scarica di legnate.
Ma io potrei baciare mia moglie? "Certo, sei europeo e sposato. Non hai i nostri vincoli"
Sarà, ma nell'ipotesi remota cercherò di trattenermi.
E voi, chiedo ai due colleghi malesi? May è una ragazza cinese, single in KL e anche lei  ha la mia età. No problem per lei in Malesia (altri 10 milioni di muslin) , ma perché è cinese e quindi presumibilmente buddista. 
Prudente, suggerisce comunque di non ostentare e non le strappo una confessione se si sia baciata in pubblico. Eppure la capitale dove vive è tra le più moderne dell'area. 
Firuz, il terzo della compagnia è di etnia malese anche se la mamma è cinese. 
Quindi musulmano. 
E' fidanzato lui, ma anche abbastanza esuberante. Non può farlo e capisco che violerebbe volentieri il divieto pur rischiando, ma la sua ragazza non è come lui. 
Lei è devota ed attenta e quindi la conoscerà soltanto il giorno in cui diventerà una moglie. Perché baciarla in  pubblico non potrà, ma sposare più donne sì, anche se rispettando alcune regole abbastanza onerose che rendono la poligamia accessibile soltanto ai signori. 
Ma questa è un'altra storia.
Buon San Valentino.

11 febbraio 2009

Urla nella notte

Il muezzin mi sta pesantemente sulle palle.
Non crediate sia intollerante alla sua religione l'Islam, né alla sua gente, in questo caso gli indonesiani.
Detesto che ogni notte, alle 4 e mezza per la precisione in questo periodo dell'anno, parta la sua preghiera cantata agli altoparlanti amplificatissimi del minareto più vicino.
Una lagna che nelle altre ore del giorno viene coperta dal frastuono della metropoli Jakarta, ma che nel cuore della notte riesce sempre a svegliarmi ed innervosirmi per quella mezzoretta in cui reggono le corde vocali dell'oratore.
E dire che la preghiera dovrebbe avvicinare a Dio

3 febbraio 2009

Mirate il petto

Berlusconi ha detto: "... se esce anche una sola telefonata che mi riguarda lascio il Paese'...
Sono pronto a immolarmi.
Fatemele avere che le pubblico io.

28 gennaio 2009

Fiat tax

Ssongiurare il pericolo di una crisi Fiat. E' questo uno dei prossimi propositi di governo ed opposizione per salvare l'economia  Perché?
  • Non basterebbe investire l'utile 2008 che secondo questo articolo del Sole 24 ore è stato di  1.700.000.000€.
  • Alla Juventus servono fondi per sostenere un monte ingaggi di 115.000.000  €.
  • Lapo Elkann (traduzione ebraica-francese di Agnelli) è finito nella polvere e senza fondi non verrà rieletto per la quarta volta uomo meglio vestito del mondo.
  • Margherita Agnelli vuole nuovi motivi per litigarsi l'eredità del padre Gianni con i figli e l'apparato dirigenziale Fiat.
  • Servono risorse per aprire una nuova fabbrica. In Serbia.
  • Massa, pilota Ferrari non vuole ridursi i suoi 8 milioni di stipendio all'anno. Perchè il collega Raikonen gudagna di più.
  • Gabetti, per fare i suoi pasticci non potrà più accontentarsi di 25.000.000€ come nel 2005.
VI bastano i motivi? Bene, pagherete le tasse necessarie a tutte queste buone cause col sorriso sulle labbra.

21 gennaio 2009

Italianità


Avete voluto l'italianità? Pagatela.
Secondo il senatore Castelli , un biglietto aereo di sola andata da Roma a Milano da prenotare per venerdi' prossimo alle ore 13, quindi in un orario non di punta, costa 325,80 euro.
Volare fino a New York transitando ironicamente proprio da Fiumicino, costa 3.20€ in più.
Non c'è che dire, la cordata italiana sta cominciando a svelarci i benefici di non aver ceduto ad Air France la compagnia di bandiera.