20 aprile 2013

Reset

In un paese impantanato quanto il mio garage ieri sera dopo una mini alluvione tropicale leggo tra i miei contatti di Facebook ancora un tifo da ultra su destra e sinistra, rosso e nero.
La passione è il motore del mondo e nulla mi piace di più di una persona che crede fortemente in quello che fa, ma l'ultrà di solito tifa contro ed oggi queste curve della politica non tifano contro l'avversario, ma contro il Paese.
"Io non ci sto" come disse Oscar Luigi Scalfaro, uno dei meno amati presidenti della Repubblica Italiana.
Quindi, per favore, toglietemi dalle caselle  destra o sinistra del vostro personalissimo emiciclo, perché sto riazzerando tutto, sulle macerie ho voglia di costruire. Partendo dalle fondamenta.
Sono antifascista intanto. Forse è nel dna ereditato da un nonno finito in campo di concentramento e da un padre che il Fascismo l'ha subito da bambino. Ma di partiti fascisti in Italia non ce ne sono più. Politici fascisti invece sì, ancora troppi, ma dove si annidano andremo a stanarli.
Sono progressista. Per quello appoggio Renzi e non reggo più D'Alema, perché ancorarsi alle posizioni di rendita è istinto più che naturale, ma l'evoluzione della specie passa attraverso il cambiamento.
Sono onesto. Cerco di esserlo sempre, con rettitudine e fede nei valori etici formati ed insegnati negli oltre quarant'anni di pellegrinaggio terreno. Quindi Berlusconi non lo sopporto e non lo sopportavo nemmeno quando era nuovo perché non tollero le persone che non rispettano le regole.
Ho speranza e gioia e non provate e togliermele perché anche se sono non violento, posso arrivare a mordere.