22 settembre 2014

Guida galattica per scooteristi (II)

Il navigato

Il navigato, non eredita il nome dalla sua  esperienza alla guida, ma soltanto da una grave dipendenza da navigatore satellitare. 
Il primo sintomo si manifesta quando all'apparecchio viene dato un nome, di solito di donna. Nei casi più gravi lo si fa parlare con una voce amica, che sia quella del comico del momento o la carezzevole e sdolcinata Moana Pozzi, la mia preferita. 
Il navigato soffre di una sorta di sindrome di Stoccolma e nonostante sia assolutamente prigioniero del calcolatore gli è particolarmente grato e cerca di non urtarne la suscettibilità. Chiede consigli alla macchinetta su come passare la serata, suggerisce menu chiedendo se siano di gradimento e quando cerca un ristorantino nei dintorni ed il navigatore con voce suadente la suggerisce arriva a commuoversi e perfino ad arrossire. Questo anche se in realtà l'indirizzo suggerito è quello di una casa privata e ancora non si spiega perché il suo continuo suonare al campanello abbia ottenuto come unico effetto un "ice bucket challenge" inaspettata regalata dai condomini del primo piano, l'incazzatura generale di tutti i cani del quartiere ed una denuncia per molestie notificata dalla volante dei Carabinieri.
La fede nel navigatore è cieca ed il nostro automobilista è riconoscibile quando all'improvviso si lancia su sterrati inavvicinabili anche dai concorrenti alla Parigi-Dakar convinto che tutto sommato la scelta della strada più corta sia sempre la migliore perché le scorciatoie non le conosce nessuno (tranne il suo satellitare). E' facile trovarne qualcuno incastrato in budelli a fondo cieco ed a forma di imbuto o parcheggiati in piazzole con la frizione completamente bruciata dopo una ventina di chilometri di retromarcia in salita dopo essersi accorti che la strada suggerita si fermava di fronte a un cancelletto. I cartelli stradali diventano optional di fronte alla Verità del navigatore ed è facile trovarsi di fronte a navigati che fischiettando entrano in strade contromano  o cercano di salire direttamente all'indirizzo segnalato infilandosi nell'androne delle scale sotto lo sguardo totalmente allibito del portinaio.
Il pericolo maggiore però è il crash del navigatore. Improvvisamente il navigato si trova impaurito e incapace di proseguire la sua strada, terrorizzato da ogni bivio ed alla ricerca della confortante indicazione "tutte le direzioni". Nei casi peggiori la famiglia dopo ventiquattr'ore ottiene che vengano rintracciati dalla Polizia, solitamente fermi a qualche semaforo di periferia o senza benzina arrrotolati in rotonde di cui non riescono a decidere l'uscita.

18 settembre 2014

Guida galattica per scooteristi (I)

Tutti i santi giorni Como-Milano-Como in scooter. O meglio. CasnateConBernate-Milano-CasnateConBernate in sella al mio Xmax 250.
Circa 20.000 chilometri all'anno, roba da far diventar matto il meccanico che mi fa il tagliando e non si spiega come una moto così nuova possa essere così vecchia. O viceversa.
Sopravvivere al tragitto incolume è  un po' la stessa sfida che tocca a una lumaca che deve attraversare un prato mentre lo stanno falciando e anche se le statistiche dicono che il 95% degli incidenti è colpa del conducente , puoi essere prudente quanto vuoi, ma incontrare la fauna stradale più disparata non aiuta a essere fiduciosi  sull'approdo finale.
I più pericolosi li ho schedati. Se li incroci, evitali.

La Facebookdipendente

E' una lei quasi sempre  perché certe urgenze comunicative sono prettamente femminili come lo è la presunzione del poter fare più cose insieme .
La vedi sbandare ritmicamente verso destra. Ogni volta che clicca su un "mi piace" perde il controllo e riaggiusta il tiro solo quando lo strisciare contro il guard rail disturba l'audio del video virale del momento.
Impossibile azzardare un sorpasso in sicurezza perché il social è imprevedibile e se il gruppo "sicurezza al volante" la chiama lei non può esimersi dal rispondere immediatamente.
Se per caso sei riuscito a superarla rinuncia  a riconoscerla nello specchietto perché lo sguardo sarà sempre fisso sullo smartphone a meno che non decida di rendere partecipe il mondo delle condizioni del traffico con una foto, nei casi peggiori un selfie. 
Allora potrebbe inchiodare anche sulla terza corsia dell'autostrada pur di avere l'angolo migliore per inquadrare una fila di macchine il più lunga possibile. Uno sforzo artistico che nemmeno Helmut Newton riuscirebbe a rendere interessante, ma che certifica che la malcapitata non poteva arrivare in orario all'appuntamento . 
Mollano il telefonino soltanto se incrociano i vigili, ma non lo appoggiano delicatamente sul sedile accanto, lo lanciano nell'abitacolo diventando ancora più pericolose perché la maggiorparte delle volte lo smartphone si infila sotto la frizione. Anche senza il malefico apparecchio in mano è comunque riconoscibilissima. L'espressione è la tipica da chatting interrotto e gli scatti per recuperare il telefono e aggiungere l'arguto commento al post più clicccato la fanno sembrare in preda a una leggera crisi epilettica. Si consiglia di infilarle lo smartphone tra i denti perché  non si morda la lingua.

22 maggio 2014

Grillini di lotta, mai di governo

Chissà se rimetterà il mandato davanti agli stati generali (virtuali) dei suoi elettori il sindaco di Pomezia, il grillino Fabio Fucci. I duri e puri non ammettono non dico macchie, ma nemmeno aloni sulle divise dei loro generali e la polemica sulla mensa scolastica ed il diritto al dolce in Lazio ha appannato l'immagine del potestà. 
Chissà se i 5 stelle riusciranno prima o poi a rendersi conto che  furia di prendere voti, a volte ti tocca governare. A quel punto trovi sempre qualcuno più idealista di te pronto, nella comoda culla dell'amministrazione teorica, a bacchettarti per ogni decisione che tu prenda.
Succede nei condomini, nei comuni, nelle regioni (perché non ho ancora capito se esistono ancora le provincie) e pure al governo nazionale. Per un Renzi che si impegna in un progetto, migliaia di "benaltristi" gliela insegnano senza il minimo pudore e con la saccenza che accomuna professoroni e ignoranti globali.
Per questo io sto con il sindaco di Pomezia e  trovo assolutamente pretestuose le polemiche innescate per contestarlo.
Decidere non è facile e tradurre le decisioni in azioni pratiche lo è ancora meno. Spesso tocca scendere a compromessi e scegliere il buono invece dell'utopia. Lo ha scoperto il sindaco Fucci come lo avrà imparato anche il collega parmense Pizzarotti uno dei primi idoli pentastellati presto degradato a capitan Pizza dal suo leader maximo ai primi segnali di indipendenza politica.
Perché la politica è compromesso, anche se per Di Battista "maitre a penser" grillino equivale alla mafia. Soltanto i dittatori possono tradurre il pensiero in decisioni con conseguenze sempre sanguinarie per chi non è allineato al pensiero unico. 
Pensiamoci votando nel prossimo week-end. 
Spaccare una vetrata è facilissimo, basta una stupida pietra. Chi lancia il sasso però di solito non ha nessuna capacità di ricostruirla.