Chissà se i 5 stelle riusciranno prima o poi a rendersi conto che furia di prendere voti, a volte ti tocca governare. A quel punto trovi sempre qualcuno più idealista di te pronto, nella comoda culla dell'amministrazione teorica, a bacchettarti per ogni decisione che tu prenda.
Succede nei condomini, nei comuni, nelle regioni (perché non ho ancora capito se esistono ancora le provincie) e pure al governo nazionale. Per un Renzi che si impegna in un progetto, migliaia di "benaltristi" gliela insegnano senza il minimo pudore e con la saccenza che accomuna professoroni e ignoranti globali.
Per questo io sto con il sindaco di Pomezia e trovo assolutamente pretestuose le polemiche innescate per contestarlo.
Decidere non è facile e tradurre le decisioni in azioni pratiche lo è ancora meno. Spesso tocca scendere a compromessi e scegliere il buono invece dell'utopia. Lo ha scoperto il sindaco Fucci come lo avrà imparato anche il collega parmense Pizzarotti uno dei primi idoli pentastellati presto degradato a capitan Pizza dal suo leader maximo ai primi segnali di indipendenza politica.
Perché la politica è compromesso, anche se per Di Battista "maitre a penser" grillino equivale alla mafia. Soltanto i dittatori possono tradurre il pensiero in decisioni con conseguenze sempre sanguinarie per chi non è allineato al pensiero unico.
Pensiamoci votando nel prossimo week-end.
Spaccare una vetrata è facilissimo, basta una stupida pietra. Chi lancia il sasso però di solito non ha nessuna capacità di ricostruirla.