8 giugno 2007

Pretaccio

DON RENZO SCAPOLO tra meno di un mese mi sposa.
Don Renzo Scapolo è uno dei candidati alla votazione popolare on line per l'attribuzione del "premioperlapace.it".
Il vincitore sarà individuato sulla base del maggior numero di segnalazioni on line che perverranno sino alla mezzanotte del 24 giugno 2007 all'indirizzo:
www.regione.lombardia.it.
Per questo, se vi fidate del mio poco giudizio e non sapreste per chi altri votare, beh votatelo.
Se invece non vi fidatee vorreste saperne di più di questo pretaccio ecco per voi una breve biografia di Don Renzo.
Fondatore dell'associazione Sprofondo, presidente sin dall'atto della sua nascita.
È anima e cervello.
È trascinatore, promuove,coinvolge, organizza e realizza.
Il suo rapporto con i Balcani nasce da molto lontano. Allo scoppio del conflitto in Croazia e Slovenia nel 1991, si attiva immediatamente per creare ponti di solidarietà concreta: lancia un gemellaggio tra la Caritas decanale zona Prealpi (ossia quella del circondario di Caversaccio) e la diocesi di Hvar, che comprende le isole di Hvar e Brac, dove da subito vengono alloggiati migliaia di profughi in fuga dalla guerra.
Il 25 luglio 1994 fonda l'associazione Sprofondo.
Nel novembre del 1994 prende i primi contatti con l'allora vescovo di Sarajevo Vinko Pulijc e il sindaco Kupusovic. In base alle loro richieste, lancia la prima campagna di raccolta fondi per acquistare stufe a legna per la povera gente. Per otto mesi parla su radio Maria tutti i giovedì sera, collegandosi con un ospite bosniaco.
Il 25 dicembre 1994 parte alla volta di Sarajevo con il primo convoglio di tre furgoni con generi di prima necessità. Nel maggio del 1995, in occasione di uno di questi convogli, decide di rimanere a Sarajevo per essere più vicino ai poveri-cristi.
Da quel momento alterna i periodi in Bosnia con brevi puntate in Italia per rinvigorire il "focolare" della solidarietà.
Quattro anni e mezzo di permanenza a Sarajevo gli permettono di costruire moltissimo in termini di opere, ma soprattutto di fiducia da parte di migliaia di persone, dai più poveri ai più quotati; bosniaci, italiani, gente di ogni nazionalità, credo, ceto; militari e pacifisti; aiutanti e aiutati.
Grazie a lui, ai numerosi volontari di lungo corso e ai collaboratori bosniaci, la sede dell'associazione diventa punto di riferimento per molte altre associazioni italiane e straniere; per i militari italiani via via succedutisi nelle forze ONU di stanza a Sarajevo.
Ma soprattutto centinaia sono state le riunioni dei gruppi di collaborazione, il "miracolo a Sarajevo" di don Renzo, uomini e donne, per lo più profughi da tutta la Bosnia, riuniti per risolvere comunitariamente i problemi della dura quotidianità del dopoguerra in questa città.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

DON RENZO. Il mio unico idolo nell'ambito clericale.

Ho viaggiato molto con lui.

Non lo dimenticherò.


Un abbraccio.

Ed auguri per tutto..



A.

Unknown ha detto...

Grazie.
Il mondo è pieno di bravi preti.
Oggi van più di moda gli orchi però e si sa che chi lavora per gli altri ha poco tempo per farsi pubblicità