11 novembre 2007

18 punti di Sutor per Cantù

Se come me avete sacrificato il sabato sera a Cantù-Montegranaro, probabilmente pensavate di appassionarvi a una partita di pallacanestro e non di pensare già a metà gara (26-53) di abbandonare il Pianella e sfogare rabbia e frustazione davanti a una pizza.
Io ho resistito ad arrivare alla fine dell'umiliante tracollo della Tistettanta contro la Sutor (72-90) e l'unica nota lieta raccolta in una serata davvero deludente è stato l'atteggiamento della maggiorparte del pubblico canturino (8) sempre vicino a una squadra che deve ritrovare se stessa se non vuole sprofondare in baratri che parevano esorcizzati da un avvio di torneo più che discreto.
Nella serie A di pallacanestro, quando il leader della squadra stenta in avvio, si vorrebbe vedere un gruppo coeso che lo aiuta a riprendere le redini del gioco. Ieri invece gli uomini di Dalmonte, traditi dall'inizio stentato di Woood (5.5) hanno cercato di metterci una pezza ognuno per proprio conto affrettando conclusioni 1 contro 5 invece di avere la pazienza e la coesione per risolvere i problemi insieme. «Non egoismo, ma frustrazione e poca lucidità» commenterà il coasch negli spogliatoi. Nascono così le 3 palle perse di Mazzarino (5.5) , Brown (4.5) e Francis (5) alla fine del secondo quarto chiuso col parziale terrificante di 11-30 che hanno di fatto sancito l'ennesima sconfitta interna di Cantù nel torneo. A chiudere il quintetto Valenti (4.5) che dopo un paio di minuti di intensità e qualità ha spalancato l'area ai lunghi avversari invitandoli al saccheggio del campo brianzolo. La vera pietra tombale sull'incontro è stata però messa dalla ‘panchina’ perché se è vero che lo starting five ha male interpretato la partita non si può non notare che ha messo a segno il 90% dei punti (74% negli avversari) e catturato l'86% dei rimbalzi (73% nella Premiata). Quindi i rincalzi Casini, McGrath, Cukinas e Squarcina guadagnano un 4 in pagella per la pochezza messa in mostra sopratutto rispetto ai grgari della Premiata, non più noti, ma decisamente più volitivi, mentre assolviamo l'infortunato Abukar (sv) buttato nella mischia per la disperazione ma da considerarsi assente con giustificazione medica.
Le conlcusioni sono abbastanza sconcertanti. Il basket per fortuna non è soltanto fatto da numeri, ma anche dallo spirito pugnace dei suoi attori. Le cifre però sarebbero da ko tecnico perché quando la tua ala tira col 19% dal campo e quella degli avversari col 78%, catturi meno rimbalzi, perdi più palloni, distribuisci meno assist e ti intimidiscono con più stoppate di quante tu ne piazzi nell'area colorata hai poco in cui sperare. La rinascita può nascere soltanto da un gruppo che lavora insieme e dove ognuno si esprime al limite delle sue capacità in modo da creare un valore aggiunto che supplisca alla carenza di quelli individuali.

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