12 dicembre 2007

A is for ABC

Partiamo dalle cose facili, dall'ABC, come si dice.
In questo caso però ABC è un acronimo di Aruba, Bonaire e Curaçao, tre isole delle Antille Olandesi che hanno fatto nascere appetiti coloniali a mia moglie quasi convinta che strappare l'atollo ai Paesi Bassi potrebbe non essere così difficile.

Queste isole sono tanto lontane dalla nazione che le possiede che la lingua parlata, il papiamento, è una specie di dialetto portoghese con influenze spagnole africane e soltanto raramente 'arancioni'. Bel tris di cui abbiamo visitato soltanto la A e la C.
Curaçao affascina per l'architettura da Piccola Amsterdam così desueta a quelle latitudini, e per i laghi di acqua salata, ricchi di canali popolati da mangrovie, fenicotteri, stelle marine da percorrere in barchette leggere pilotate sapientemente perché in quei dedali di vie d'acqua il rischio di perdersi non è remoto.

Aruba rapisce se come noi provate ad ammirarne le spiagge da un catamarano (di cui Sonia si è subito dichiarata ammiraglio,come si intuisce dalla foto).
Superata la tentazione di abbandonare la fresca sposa in un relitto sottomarino visitato con maschera e boccaglio restano la spiaggia bianca e la gente allegra a rendere indimenticabile quest'sola che tra quelle visitate sembra la più probabile meta turistica di moda dei prossimi vent'anni.





1 commento:

Anonimo ha detto...

Okkio alle foto con "troppa pelle", che poi ti fanno chiudere anche qui... :)