16 dicembre 2007

Derby, ma c'è poco da ridere

Ci ho messo un po'.
Cercate di comprendermi. Perdere è brutto, perdere in caso è orribile, perdere in casa un derby contro Milano (70-79) è un incubo.
Soprattutto quando la tua parte sportiva ti sussurra che la sconfitta ci sta tutta e non puoi inventarti alibi quali sfiga, arbitri, parquet troppo scivoloso, influenze lunari.
Una Cantù ancora una volta sconfitta soprattutto sotto canestro da un Sesay che ha ridicolizzato sia Tourè (5 per l'ex dal dente forse troppo avvelenato, incapace di scaricare la sua rabbia in attacchi frontali al canestro invece di girare al largo in cerca di bombe), sia Valenti (5) la cui espressione di paura dopo avere sbagliato un tiretto facile facile avrebbe indotto qualsiasi allenatore a dargli una pacca sulla spalla pur di toglierlo subito.
Vero che Dalmonte sembra a volte dimenticarsi sulla panca i suoi giocatori. Casini (6) per esempio che con una bomba e una persa, nei suoi 8 minuti non ha fatto malissimo, marcando anche fenomeno Gallinari. Oppure Cukinas (6) certo non immenso attaccante, ma apparso abbastanza deciso per una volta e non il fantasma sbiadito delle prime apparizioni.
Insomma, Francis (6) ha sì messo 10 punti nel primo quarto, ma poi non ha più fatto granchè e se la mia ignoranza cestistica non ha ancora trovato un perché alla scomparsa offensiva del centro non ha potuto non notare quanto Milano si sentisse a proprio agio nell'area brianzola permettondosi due o tre tiri con succesivo rimbalzo per realizzare.
E dopo il derby da lacrime mi tocca dare un'insufficienza a Wood (5), la prima. Capisco che ormai il play non sia un nome nuovo e siadestinato a soffrire maggiormente. Milano, per capirci, ha inserito in quintetto tale Giovacchini (che per un povero casnatese disinformato val poco più di Carneade) soltanto per asfissiarlo in marcatura. Capisco anche che l'arrivo di Fitch (7) lo abbia costretto a rivedere equilibri appena assestati. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare mentre Woood si è limitato a piazzare due tiretti in penetrazione.
Dicevamo della bella prova di Fitch. Attaccante vero, il nuovo arrivato, capace di segnare (peccato per il decimo di secondo in ritardo) perfino dalla propria lunetta e di mettere in mostra calma olimpica oltre al prevedibile fiatone. Bene anche Brown (6,5) che si è speso molto cercando di limitare Gallinari senza rinunciare ad inventarsi soluzioni offensive ed il solito Mazzarino (6) stereotipo del guerriero dal carattere latino e capace di costringermi a descriverlo tale anche se detesto le immagini stereotipate.
Va male! Dire che va bene chiudendo questo pezzo suonerebbe eretico.
Ma Bertoldo gioiva del sole in arrivo boccheggiando sotto un acquazzone e anche se non godo di cervello tanto fino le mie scarpe grosse mi permettono di emularlo speranzoso. Comincio a chiudere l'ombrello, presto cantù tornerà a darmi soddisfazioni anche al Pianella.

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