3 ottobre 2006

¿Cui prodest? (II)

La redistribuzione delle aliquote Irpef genererà secondo gli economisti Massimo Baldini e Paolo Bosi che hanno scritto un esauriente articolo ben poco tenero con la finanziaria su La Voce i seguenti effetti.


Quota di famiglie che guadagnano e perdono dopo la riforma


Reddito aumenta

Reddito diminuisce

Reddito invariato

Famiglie con minori

80%

17%

4%

Famiglie senza minori

70%

13%

17%

Dipendenti

82%

16%

2%

Indipendenti

56%

32%

13%

Pensionati

71%

7%

21%

Totale

73%

14%

13%



Ora, persone che pure stimo, sostengono che il ceto medio non ne gioverà.
Viste le percentuali indicate da questa tabella o la definizione di ceto medio va ridisegnata per questi signori che sono privilegiati (sicuramente con merito) e non se ne rendono conto oppure l'Italia è diventata un paese dove questa 'middle class' non esiste.

7 commenti:

Unknown ha detto...

La finanziaria in toto è argomento troppo ampio per discuterne in un solo post.
Io parlo della redistribuzione delle aliquote Irpef. La distribuzione è stata fatta perché le persone con meno risorse abbiano un risparmio e quelle con più risorse una spesa aggiuntiva (vedi tabella, sono numeri quindi non necessitano interpretazione).
Questa è la politica fiscale che io apprezzo!
Per quanto riguarda l'essere ricco o povero, tutto è relativo, ma sicuramente viste le cifre chi supera le soglie ministeriali sta meglio della maggiorparte della popolazione.
Le disquisizioni su nani e mortadelle le lascio a Libero, non appartengono alla mia visione della civis politica.
In massimo scherno ho chiamato Berlusconi, 'il Principale', traduzione dall'inglese del termine premier che secondo me ben identificava la visione politico-aziendalista di Silvio.

Anonimo ha detto...

Ascolta, il "non consumatore" (perchè non ce la fa) che prende 1000 euro/mese, se arriva a prendere 1080 e/mese non cambierà il suo status, e quindi l'economia (che si basa sulla vendita) non riprenderà. E' facile-facile.

Unknown ha detto...

Talmente facile che ti impegnerai a rifiutare ogni aumento che non raddoppierà il tuo stipendio da oggi in poi. Non migliorerebbe il tuo status altrimenti!

Anonimo ha detto...

Dobbiamo far ripartire l'economia (=maggior consumo). Con piccoli aumenti solo ai redditi bassi, non va. Non voglio essere cinico, gli aumenti dovrebbero essere per tutti. Ma so che è un concetto difficile per voi "sinistri".

Unknown ha detto...

Il concetto è facile, realizzarlo è difficile. Abbiamo il terzo debito pubblico nel mondo che è ulteriormente aumentato negli ultimi 5 anni.
Considerato che il Trattato di Amsterdam non permette alla Bce di effettuare alcun intervento di soccorso, se non si inverte subito la rotta, non si può certo negare che i titoli italiani corrono il rischio di un declassamento del rating e i mercati potrebbero effettivamente costringere il Governo italiano ad abbandonare l’euro, se si convincessero che le condizioni di finanza pubblica dell’Italia non sono sostenibili.
Più facile. Le tasse non piacciono ad alcuno, ma se non riduciamo il debito il rischio default è reale.
I soldi non ci sono per tutti e quindi è meglio che li prendiamo noi (e sì, anche tu Luca e circa il 70% degli italiani) o chi guadagna più di 70000€ all'anno?

Anonimo ha detto...

Dai, è come dire che non si possono costruire infrastrutture a causa del deficit/pil. Quelle non sono costi, ma investimenti!!! Cosi come lo è abbasare le tasse, ci saranno più soldi in circolazione, quindi l'economia tirerà. Certo non è facile.

Unknown ha detto...

bisogna selezionarli. non denaro a pioggia per ponti sullo stretto, ma pedemontana per esempio