18 ottobre 2006

Essere e dire

E ora l’ultima parola.
Non è da me, ma viene da lontano, dall’Oriente, da un vescovo martire dei primi tempi della Chiesa, da sant’Ignazio di Antiochia.
Desidero che la sua voce risuoni in questa Arena e pronunci ancora una volta una parola d’estrema semplicità, ma capace di definire nella forma più intensa e radicale la grazia e la responsabilità che come Chiesa in Italia chiediamo di ricevere da questo Convegno. E che, per dono di Dio, il cuore di ciascuno di noi ne sia toccato e profondamente rinnovato!
Ascoltiamo: «Quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si riconosceranno dalle loro opere. Ora non si tratta di fare una professione di fede a parole, ma di perseverare nella pratica della fede sino alla fine. E’ meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo».

Cardinal Dionigi Tettamanzi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti stai "formigonizzando"? :)

Unknown ha detto...

Ho solo gli occhi azzurri.
Verona si è aperta bene e credo che Formigoni e Tettamanzi abbiano in comune soltanto gli 'uffici' milanesi.