19 novembre 2006

Cantù può perdere in casa

Fa un passo indietro la pallacanestro Cantù al Pianella contro la Montepaschi Siena, nel risultato (il 78-84 vale la prima sconfitta interna stagionale), ma anche nel gioco.
Se è vero che i senesi non sono squadra su cui pensare di villaneggiare bellamente tra le mura amichee Cantù ha avuto a pochi secondi dalla sirena la palla del pareggio, ma anche che la squadra toscana al Pianella si sarebbe potuta battere se questa sera se Cantù non avesse mostrato alcune lacune che potrebbero rivelarsi pericolose nel proseguio.
Partiamo dal peggiore, una tantum, quel Donnie McGrath (4) che pur imberbe qualche virtù in Brianza l'aveva fatta intrevedere, ma che prima di vedersi preferito un Della Felba qualsiasi (6 di stima) riesce a perdere 2 dei 3 palloni che la squadra gli affida e dopo aver vagato intontito per il campo qualche minuto torna a sedere cercando di diventare invisibile sulla panca biancoazzurra piuttosto che sentirsi nuovamente arruolare.
Meglio di lui, ma non ancora sufficiente Shaw (5.5) uno che del gruppo dovrebbe essere chioccia e capace invece di vanificare per carenza di decisione due bei rimbalzi offensivi preziosi come oro e ritornati ai senesi con palombelle lente e smisurate.
Per Wilson (5,5) discorso a parte. Involuzione netta rispetto all'ultima gara interna e qualche salto ben spiccato non compensa la sua volontà di non entrare a far danni nelle aree avversarie cercando sempre soluzioni di tiro con piedi ben piantati in terra e dalla periferia.
Questi gli insufficienti, ma la pattuglia dei 'si può dare di più' è ben nutrita. A cominciare da Williams (6), in realtà non più efficace di Shaw, ma con l'anagrafe a fornire attenuanti generiche.
Poi Mazzarino (6) schierato ancora come stopper piuttosto che come guardia e se poco da dire c'è sulla caparbia difensiva dell'uruguagio meritano censure le sue propulsioni nell'area senese sempre affrettate e senza lumi. Pari voto anche per Jones (6) anche se la giustificazione è all'antitesi. Il kiwi indovina molti tiri, ma con lui in campo si risveglia improvvisamente Sato, il giocatore che nel terzo quarto affonda Cantù.
Tra i buoni vanno il solito Jordan (6,5) meno lucido del solito, ma capace di compensare a suon di bombe la serata di regia confusa e Theron Smith (7) uno e trino nello scardinare le aree avversarie e mettere la museruola ai senesi.

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