19 aprile 2007

Non c'è posta per me

Ho deciso di farmi amare dalle poste del mio paese. Un ufficio postale dove il tempo scorre immutato.
Da 15 giorni la mia cassetta delle lettere è più vuota del reggiseno di una modella anoressica.
Abituato alla dose minima e costante di bollette da pagare, pubblicità non richieste, scocciature cartacee, ma soprattutto alle riviste a cui sono abbonato ho invano cercato un doppiofondo nella buca, un passaggio segreto dove le missive si nascondono, un burlone che quando son distratto mi stacca l'etichetta con nomi e cognomi.
Tutti tormenti inutili. Per fortuna Sonia è una chiacchierona e, in poche ore, riesce a sapere dal vicino che il postino è in ferie. Beato lui! Ma possibile non ci sia un sostituto?
Vabbè. Scocciatura minore. Decido da bravo cittadino di passare al self service. Se la posta non va a Maometto, Maometto andrà alla posta.
Mi presento all'ufficio postale di Casnate con Bernate e gentilmente, senza alcuna voglia di polemizzare, chiedo la mia posta.
mi si risponde. Perché?
. Beh, ma son venuto qui io apposta.
. Ma almeno le riviste...
.
Il pimo pensiero (forse vedo troppi cartoni animati) è stato di infilare i baffi dell'uomo allo sportello nella macchinetta dei conti correnti postali. Che pagasse le sue colpe!
Ok. Un respirone e passiamo ai seguenti.
Capisco il diritto alle ferie, ma in un'azienda dove si è pagati per lavorare e che non si affida al volontariato non si può negare un servizio per l'evidente incapacità di un capoufficio di gestire i turni di riposo. Dove ho sempre lavorato io, almeno, non si fa.
E chi ha spedito ciò che io devo ricevere ha pagato un servizio che non ottiene.
E potrei avere problemi per pagamenti ritardati.
Per favore, offritemi un capro espiatorio su chi sfogare la mia rabbia!

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