6 settembre 2006

Rewind

Non parlate al conducente!
Anche quando è alla guida della Nazionale.
L'invito a quest'ora è già stato abbondantemente eluso dopo la magra figura degli Azzurri nella fresca riproposizione della finale di Berlino, ma nemmeno il peggior nemico di Donadoni (chi sarà? forse il suo ex presidente Spinelli?...) può pensare che chiunque altro seduto su quella panchina ieri avrebbe saputo far meglio.
Sarà per affetto di maglia, o più probabilmente perché qualche partita vera nei preliminari di Champions l'han già giocata, ma soltanto i milanisti ieri hanno davvero giocato un po' a calcio.
Il fratello stanco di Zambrotta, un Cannavaro ubriaco di fatica che colpisce di testa gli attaccanti e non il pallone, Grosso sempre rallentato come alla moviola, Perrotta e Semioli ancorati all'erba francese, il Cassano degli ultimi tempi romanisti sarebbero stati una zavorra troppo pesante per chiunque. Quando poi quella banda di appesantiti atleti ha deciso di partire ad handicapp concedendo la prima rete nata da un fuorigico non visto dopo un solo minuto, soltanto il rewind avrebbe potuto mettere le cose a posto nello stadio parigino.
Ma sì. Riavvolgiamo il nastro. Cominceranno a correre, prima o poi, anche i nostri.
E allora, forse, riusciremo a capire come li vuol far giocare Donadoni e quanta strada potranno percorrere gli azzurri in questi europei, dove anche la sorte ha remato contro, concentrando nello stesso girone eliminatorio entrambe le finaliste del Mondiale tedesco insieme con la squadra eliminata nei quarti dai Campioni del Mondo.

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