31 luglio 2006

Frutti

I frutti di un genocidio . La vittima di ieri diventa aguzzino. Invece del vino oggi a Cana si moltiplicano gli orrori.

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che
trovate
tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che
non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un
no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza
nome
Senza
più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il
grembo
Come una rana
d’inverno.

Meditate che questo è
stato:
Vi comando queste
parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando
in casa andando per
via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri
figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi
impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino, 1976, p.1)

Nessun commento: